Solar Decathlon è una competizione biennale, promossa a partire dal 2002 dall’US Department of Energy, che mette a confronto, nella fase finale, 20 squadre di studenti universitari, supportati da ricercatori universitari e da un network di aziende, per progettare, realizzare e gestire edifici fortemente innovativi. Le case, veri e propri prototipi, sono realizzate non solo per perseguire in via sperimentale l’efficienza energetica e la sostenibilità, considerando che proprio l’edilizia è uno dei punti deboli del fatidico “effetto serra”, ma anche l’integrazione delle tecnologie sperimentali in nuove architetture.
La prestigiosa competizione internazionale che ha celebrato le sue precedenti edizioni negli Stati Uniti, in Europa, America Latina, Caraibi e Cina, nel 2018 avrà luogo ad ottobre a Dubai, a cura della Dubai Electricity and Water Authority con premi in palio per 2.6 milioni di euro. I team provenienti da 15 paesi dovranno confrontarsi nelle dieci categorie (contest) della gara, che sono architettura, ingegneria, gestione dell’energia, comfort, mobilità sostenibile, funzionalità, sostenibilità, arredo e verde, comunicazione, innovazione.
Il progetto proposto sarà completato nei prossimi diciotto mesi da docenti e ricercatori del dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTeC) dell’Università di Pisa rappresentato dal professor Fabio Fantozzi che, coadiuvato dai ricercatori Francesco Leccese e Giacomo Salvadori e da un nutrito gruppo di studenti (circa 70) dell’area edile, si occuperà dello studio degli aspetti energetici, acustici, impiantistici, sismici, comfort e sostenibilità, legata in modo particolare ad un’attenta scelta dei materiali e all’uso di energie rinnovabili che coprano tutte le esigenze della casa.
«Questa competizione è importante per educare gli studenti a un uso consapevole delle tecnologie di energia rinnovabile, della gestione dell’energia e dell’edilizia sostenibile, sfidandoli a pensare in modo creativo e a sviluppare soluzioni innovative – commenta il professor Fantozzi – ».
L’ipotesi progettuale proposta intende indagare soluzioni capaci di coniugare le esigenze di benessere e sostenibilità energetica, correlate alle specifiche condizioni climatiche, particolarmente impegnative, con quelle, più generali di fruibilità, accessibilità e sicurezza degli ambienti abitativi. Si intende coniugare gli obiettivi di ottimizzazione dei consumi di risorse materiali ed energetiche durante l’intero ciclo di vita dell’edificio, con la fattibilità finanziaria, la flessibilità costruttiva e la fruibilità degli spazi abitativi. Particolare attenzione sarà posta nella scelta dei materiali (molto legata al loro ciclo di vita – LCA, Life Cycle Assessment) e dei sistemi costruttivi, avendo cura di valorizzare le risorse locali e le caratteristiche tipologiche, tecnologiche e fisiche della tradizione costruttiva, reinterpretata in un’ottica di reversibilità dei processi realizzativi. Molto importante sarà la modularità che consenta di montare in quindici giorni l’edificio progettato e, alla fine della competizione, rismontarlo e riportarlo a casa dove svolgerà funzione di laboratorio per gli studenti.
«Si intuisce come un edificio del genere sia anche un importante test per un’edilizia che, con costi contenuti e assicurando comfort e bassi costi energetici, si riveli anche molto versatile per risolvere emergenze come terremoti o inondazioni che, nel nostro Paese, stanno verificandosi con una drammatica continuità diventando purtroppo un’esigenza fin troppo realistica e necessaria», conclude il professor Fantozzi.